sabato 4 giugno 2016

Il trauma della Grande Guerra nel fantasy, J.R.R.Tolkien


La Grande Guerra ha trasformato anche il genere fantasy

Più di 80000 soldati inglesi alla fine della Grande Guerra soffrirono di psicosi traumatica, a causa delle esperienze drammatiche vissute durante il conflitto, e tra questi anche J.R.R. Tolkien. Egli partecipò alla Guerra e nel periodo di convalescenza in ospedale conobbe gli effetti di tale condizione, i cui sintomi sono allucinazioni vivide, incubi che riportano agli eventi traumatici, ansia, depressione, confusione emotiva e alterazioni della personalità. A causa di questa esperienza, aldilà di ogni aspettativa e rompendo ogni legame con le strutture tipiche della tradizione, ne Il signore degli anelli, Frodo lascia la Terra di Mezzo per cercare la vera pace, nonostante sia giunto per lui il momento di godersi la tranquillità della Contea; egli non è più in grado di tornare indietro alla sua vecchia vita, è ferito in modo incurabile, dopo gli orrori che la guerra nella Terra di Mezzo gli ha mostrato. In questo senso, Frodo è figura del grande cambiamento che la Guerra ha portato negli uomini e, di conseguenza, nella letteratura: nessuno è stato più in grado di essere ciò che è stato prima.


One evening Sam came into the study and found his master looking very strange. He was very pale and his eyes seemed to see things far away.
‘What’s the matter, Mr. Frodo?’ said Sam.
‘I am wounded,’ he answered, ‘wounded; it will never really heal.’
[...]
‘Where are you going, Master?’ cried Sam, though at last he understood what was happening.
‘To the Havens, Sam,’ said Frodo.
‘And I can’t come.’
‘No, Sam. Not yet anyway, not further than the Havens. Though you too were a Ring-bearer, if only for a little while. Your time may come. Do not be too sad, Sam. You cannot be always torn in two. You will have to be one and whole, for many years. You have so much to enjoy and to be, and to do.’
‘But,’ said Sam, and tears started in his eyes, ‘I thought you were going to enjoy the Shire, too, for years and years, after all you have done.’
‘So I thought too, once. But I have been too deeply hurt, Sam. I tried to save the Shire, and it has been saved, but not for me. It must often be so, Sam, when things are in danger: some one has to give them up, lose them, so that others may keep them. But you are my heir: all that I had and might have had I leave to you. And also you have Rose, and Elanor; and Frodo-lad will come, and Rosie-lass, and Merry, and Goldilocks, and Pippin; and perhaps more that I cannot see. Your hands and your wits will be needed everywhere. You will be the Mayor, of course, as long as you want to be, and the most famous gardener in history; and you will read things out of the Red Book, and keep alive the memory of the age that is gone, so that people will remember the Great Danger and so love their beloved land all the more. And that will keep you as busy and as happy as anyone can be, as long as your part of the Story goes on.
‘Come now, ride with me!’
(Lord of the Rings, The Return of the King, J.R.R. Tolkien)



Una sera Sam entrò nello studio e trovò il suo padrone molto strano. Era pallido, e i suoi occhi sembravano vedere cose lontane. «Che c’è che non va, signor Frodo?», disse Sam.
«Sono ferito», egli rispose, «ferito; non guarirò mai del tutto».
[...]
«Dove state andando, padrone?», gridò Sam, benché avesse finalmente capito quel che stava succedendo.
«Ai Rifugi, Sam», disse Frodo.
«E io non posso venire».
«No, Sam. Non ancora, comunque, non oltre i Rifugi. Benché sia stato anche tu Portatore dell’Anello, per poco tempo. Forse verrà la tua ora. Non essere troppo triste, Sam. Non puoi essere sempre lacerato in due. Dovrai essere uno e sano per molti anni. Hai tante cose da godere, da vivere, da fare».
«Ma», disse Sam, e le lacrime incominciarono a sgorgargli dagli occhi, «credevo che anche voi voleste godervi la Contea, per anni e anni, dopo tutto quello che avete fatto».
«Anch’io lo credevo, un tempo. Ma sono stato ferito troppo profondamente, Sam. Ho tentato di salvare la Contea, ed è stata salvata, ma non per merito mio. Accade sovente così, Sam, quando le cose sono in pericolo: qualcuno deve rinunciare, perderle, affinché altri possano conservarle. Ma tu sei il mio erede: tutto ciò che ebbi e che avrei potuto avere io, lo lascio a te; e poi tu hai Rosa, ed Elanor, e verranno anche il piccolo Frodo e la piccola Rosa, e Merry e Cioccadoro e Pipino, e forse altri che ancora non vedo. Le tue mani e il tuo cervello saranno necessari dappertutto. Sarai Sindaco, naturalmente, finché vorrai, e il più famoso giardiniere della storia; e leggerai brani del Libro Rosso, mantenendo vivo il ricordo dei tempi passati, affinché la gente ricordi il Grande Pericolo ed ami ancora di più il suo caro paese. Tutto ciò ti renderà occupato e felice finché durerà la tua parte nella Storia.
«Coraggio, ora cavalca con me!».
(Il Signore degli Anelli, Il Ritorno del Re, J.R.R. Tolkien)




Greta Albonico


Nessun commento:

Posta un commento