Sigmund Freud,considerazioni attuali sulla guerra e la morte
Sigmund Freud,estratto da "Considerazioni attuali sulla guerra e la morte"
Ci sembra che mai un avvenimento,come questa guerra, abbia distrutto un patrimonio tanto prezioso, comune all’ umanità, abbia provocato un tale perturbamento nelle intelligenze più lucide, abbia così profondamente svilito quanto vi era di più alto. Perfino la scienza ha perduto la sua serena imparzialità; gli scienziati, esasperati, le forniscono armi per poter contribuire. Da parte sua ogni nazione aveva stabilito, per gli individui che la compongono, norme morali assai elevate, alle quali dovevano conformarsi in ogni aspetto della loro vita tutti quanti avessero voluto partecipare dei vantaggi della civilizzazione. Queste prescrizioni esigevano molto dall'individuo: molte restrizioni e limitazioni, la rinuncia alla soddisfazione di tanti istinti. Innanzitutto all'individuo era proibito approfittare degli straordinari vantaggi che, nella concorrenza con i propri simili, si possono trarre dall’ uso dell'astuzia e della menzogna. Lo Stato progredito vedeva nell'osservanza di queste norme morali la condizione della propria esistenza, interveniva inesorabilmente ogni volta che si osava contravvenire ad esse, vedeva di mal occhio persino quanti volevano sottoporle alla prova dell'esame critico. Perciò ci si poteva aspettare che fosse esso stesso deciso a rispettarle a non far nulla contro di esse, perché, facendo ciò, sarebbe riuscito solo ad intaccare i fondamenti della propria esistenza.te loro, ad abbattere il nemico.. L'antropologo cerca di dimostrare che l'avversario appartiene ad una razza inferiore e degenerata; lo psichiatra scopre nello stesso perturbamenti psichici ed intellettuali. Ma probabilmente noi subiamo con troppa intensità gli effetti di quanto di male vi è nel nostro tempo, il che ci priva di ogni diritto di stabilire un confronto con altre epoche che non abbiamo vissute e la cui malvagità non ci ha toccati.Poi, la guerra a cui non volevamo credere è scoppiata, ed stata per noi una fonte di... disinganno. Non solo essa è più cruenta e più distruttiva di tutte le guerre del passato, per i terribili perfezionamenti apportati alle armi di difesa e d'attacco, ma è altrettanto, se non più, crudele, accanita, spietata che qualunque di esse. Essa non tiene alcun conto delle limitazioni alle quali ci si attiene in tempo di pace e che formano ciò che chiamiamo il diritto delle genti, non riconosce i riguardi dovuti al ferito ed al medico, non fa alcuna distinzione tra combattenti e popolazione civile. Calpesta tutto ciò che trova sul suo cammino, e questo con una rabbia cieca, come se dopo di essa non dovesse più esserci avvenire né pace tra gli uomini. Distrugge tutti i legami comunitari che ancora uniscono tra di loro i popoli in lotta e minaccia di lasciare dietro di sé rancori che renderanno impossibile, per molti anni, la ricostituzione di questi legami.
Essa ha dimostrato anche questo fatto appena concepibile: che i popoli civili si conoscono e si comprendono così poco che si allontanano con orrore l'uno dall'altro. (considerazioni attuali sulla morte e la guerra,Sigmund Freud)
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